Decreto ministeriale – Ministero della Sanità – 18 maggio 2001, n. 279
“Regolamento di istituzione della rete nazionale delle malattie rare e di esenzione dalla partecipazione al costo delle relative prestazioni sanitarie ai sensi dell’articolo 5, comma 1, lettera b) del decreto legislativo 29 aprile 1998, n. 124.”
(Pubblicato in Gazzetta Ufficiale 12 luglio 2001, n. 160 Supplemento Ordinario n.180/L)
IL MINISTRO DELLA SANITÀ
VISTO il decreto legislativo 29 aprile 1998, n.124, avente ad oggetto “Ridefinizione del sistema di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie e del regime delle esenzioni, a norma dell’articolo 59, comma 50, della legge 27 dicembre 1997, n. 449”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 99 del 30 aprile 1998, e in particolare l’articolo 5, comma 1, lettera b) e comma 5, che prevede che il Ministro della sanità, con distinti regolamenti da emanarsi ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n.400, individui, rispettivamente, le condizioni di malattia croniche o invalidanti e le malattie rare che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione per le prestazioni di assistenza sanitaria indicate dai medesimi regolamenti;
VISTO il decreto ministeriale 1 febbraio 1991 avente ad oggetto “Rideterminazione delle forme morbose che danno diritto all’esenzione dalla spesa sanitaria” e successive modifiche ed integrazioni;
VISTA la legge 31 dicembre 1996, n. 675 e successive modificazioni e integrazioni, nonché i decreti legislativi 11 maggio 1999, n. 135 e 30 luglio 1999, n. 282, in materia di riservatezza dei dati personali;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 28 luglio 1999, n. 318, recante norme per l’individuazione delle misure minime di sicurezza per il trattamento dei dati personali, a norma dell’articolo 15, comma 2, della citata legge n. 675 del 1996 e successive modificazioni e integrazioni;
VISTO il parere del Consiglio superiore di sanità nella seduta del 25 novembre 1998;
VISTO il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, reso nella riunione del 27 maggio 1999;
VISTO il parere del Garante per la protezione dei dati personali, reso in data 27 ottobre 1999;
RECEPITO il suddetto parere in ordine alle misure da adottare per raccolta, il trattamento, la custodia, la conservazione e la sicurezza dei dati nonché in ordine alle caratteristiche e modalità di funzionamento del Registro nazionale delle malattie rare;
VISTO il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, reso nella seduta del 1° febbraio 2001 sul testo modificato a seguito dei rilievi del Garante per la protezione dei dati personali;
UDITO il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla sezione consultiva per gli atti normativi nell’adunanza del 26 marzo 2001;
VISTA la nota di comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri n. 100/SCPS/2153-G/2482 del 2 maggio 2001, a norma dell’art. 17, comma 3, della citata legge 23 agosto 1988, n. 400;
RITENUTO di prevedere l’entrata in vigore del presente regolamento fin dalla data della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, in considerazione del lungo e complesso iter richiesto per la sua approvazione
ADOTTA
il
seguente regolamento
Art.1
Finalità
ed ambito di applicazione
1. Il presente regolamento disciplina le modalità di esenzione dalla partecipazione al costo delle malattie rare per le correlate prestazioni di assistenza sanitaria incluse nei livelli essenziali di assistenza, in attuazione dell’articolo 5 del decreto legislativo 29 aprile 1998, n.124, e individua specifiche forme di tutela per i soggetti affetti dalle suddette malattie.
Art.2
Rete
nazionale per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e la
terapia delle malattie rare
1.
Al fine di assicurare specifiche forme di tutela ai soggetti affetti
da malattie rare è istituita la Rete nazionale per la prevenzione,
la sorveglianza, la diagnosi e la terapia delle malattie rare. La
Rete è costituita da presidi accreditati, appositamente individuati
dalle regioni. Nell’ambito di tali presidi, preferibilmente
ospedalieri, con decreto del Ministro della sanità, su proposta
della regione interessata, d’intesa con la Conferenza permanente per
i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento
e Bolzano e sulla base di criteri di individuazione e di
aggiornamento concertati con la medesima Conferenza, sono individuati
i Centri interregionali di riferimento per le malattie rare. Le
regioni provvedono all’individuazione dei presidi ed alla
formulazione delle proposte, per la prima volta, rispettivamente
entro quarantacinque e sessanta giorni dalla data di entrata in
vigore del presente regolamento. Nei successivi novanta giorni il
Ministro della sanità provvede all’individuazione dei Centri
interregionali di riferimento.
2. I presidi della Rete sono
individuati tra quelli in possesso di documentata esperienza in
attività diagnostica o terapeutica specifica per le malattie o per i
gruppi di malattie rare, nonché di idonea dotazione di strutture di
supporto e di servizi complementari, ivi inclusi, per le malattie che
lo richiedono, servizi per l’emergenza e per la diagnostica
biochimica e genetico – molecolare.
3. I Centri interregionali di
riferimento assicurano, ciascuno per il bacino territoriale di
competenza, lo svolgimento delle seguenti funzioni:
a) la gestione
del Registro interregionale delle malattie rare, coordinata con i
registri territoriali ed il Registro nazionale di cui all’articolo
3;
b) lo scambio delle informazioni e della documentazione sulle
malattie rare con gli altri Centri interregionali e con gli organismi
internazionali competenti;
c) il coordinamento dei presidi della
Rete, al fine di garantire la tempestiva diagnosi e l’appropriata
terapia, qualora esistente, anche mediante l’adozione di specifici
protocolli concordati;
d) la consulenza ed il supporto ai medici
del Servizio sanitario nazionale in ordine alle malattie rare ed alla
disponibilità dei farmaci appropriati per il loro trattamento;
e)
la collaborazione alle attività formative degli operatori sanitari e
del volontariato ed alle iniziative preventive;
f) l’informazione
ai cittadini ed alle associazioni dei malati e dei loro familiari in
ordine alle malattie rare ed alla disponibilità dei farmaci.
4. I
presidi inclusi nella Rete operano secondo protocolli clinici
concordati con i Centri interregionali di riferimento e collaborano
con i servizi territoriali e i medici di famiglia ai fini
dell’individuazione e della gestione del trattamento.
5. Il
Ministro della sanità cura la diffusione dell’elenco nazionale dei
presidi sanitari inclusi nella Rete e riferisce sulla relativa
attività nell’ambito della Relazione sullo stato sanitario del Paese
di cui all’articolo 1, comma 6 del decreto legislativo 30 dicembre
1992 n. 502 , e successive modificazioni.
Art.3
Registro
nazionale
1.
Al fine di consentire la programmazione nazionale e regionale degli
interventi volti alla tutela dei soggetti affetti da malattie rare e
di attuare la sorveglianza delle stesse è istituito presso
l’Istituto Superiore di Sanità il Registro nazionale delle malattie
rare.
2. Il Registro raccoglie dati anagrafici, anamnestici,
clinici, strumentali, laboratoristici e relativi ai fattori di
rischio e agli stili di vita dei soggetti affetti da malattie rare, a
fini di studio e di ricerca scientifica in campo epidemiologico,
medico e biomedico.
3. Il Registro nazionale è funzionalmente
collegato con i registri interregionali e territoriali e,
ove esistenti, con i registri internazionali.
4. La raccolta dei
dati e il loro trattamento, consistente nelle operazioni di
validazione, analisi statistico-epidemiologica, valutazione delle
associazioni tra fattori di rischio e stili di vita correlati
all’eziologia e alla prognosi, aggiornamento, rettificazione,
integrazione ed eventuale cancellazione, sono effettuati secondo la
normativa vigente in materia di protezione dei dati personali.
5.
L’accesso ed il trattamento dei dati sono consentiti nel rispetto
delle vigenti disposizioni in materia di tutela di dati personali e
con l’adozione delle misure di sicurezza di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 28 luglio 1999, n. 318. L’accesso ai dati
è consentito anche agli operatori dei Centri di riferimento
appositamente autorizzati, per le finalità di cui all’articolo 2,
comma 3.
6. I dati sanitari sono conservati in archivi cartacei e
informatizzati separatamente da ogni altro dato personale e sono
trattati con tecniche di cifratura o codici identificativi che
consentano di identificare gli interessati solo in caso di
necessità.
7. La comunicazione e la diffusione dei dati del
Registro nazionale è consentita per le finalità e nei limiti di cui
all’art. 21, comma 4, lettera a), della legge 31 dicembre 1996 n.
675, e successive modificazioni.
8. Il trasferimento all’estero
dei dati del Registro nazionale è consentito ai sensi dell’ art. 28,
comma 4, lettera g-bis, della legge 31 dicembre 1996 n. 675 e
successive modificazioni e integrazioni.
9. Le disposizioni del
presente articolo si applicano anche ai registri interregionali
tenuti dai Centri di riferimento di cui all’articolo 2, comma 3.
Art.4
Individuazione
delle malattie rare
1. L’allegato 1, che forma parte integrante del presente regolamento, reca l’elenco delle malattie e dei gruppi di malattie rare per le quali è riconosciuto il diritto all’esenzione dalla partecipazione al costo per le correlate prestazioni di assistenza sanitaria e l’indicazione dei sinonimi di uso più frequente delle malattie individuate. Per consentire l’identificazione univoca delle malattie rare ai fini dell’esenzione, a ciascuna malattia o gruppo di malattie è associato uno specifico codice identificativo.
Art.5
Diagnosi
della malattia e riconoscimento del diritto all’esenzione
1.
L’assistito per il quale sia stato formulato da un medico specialista
del Servizio sanitario nazionale il sospetto diagnostico di una
malattia rara inclusa nell’allegato 1 è indirizzato dallo stesso
medico, in base alle informazioni del competente Centro
interregionale di riferimento, ai presidi della Rete in grado di
garantire la diagnosi della specifica malattia o del gruppo di
malattie.
2. I presidi della Rete assicurano l’erogazione in
regime di esenzione dalla partecipazione al costo delle prestazioni
finalizzate alla diagnosi e, qualora necessarie ai fini della
diagnosi di malattia rara di origine ereditaria, le indagini
genetiche sui familiari dell’assistito. I relativi oneri sono a
totale carico dell’azienda unità sanitaria locale di residenza
dell’assistito.
3. I presidi della Rete comunicano ogni nuovo caso
di malattia rara accertato al Centro di riferimento competente,
secondo le modalità stabilite in appositi disciplinari tecnici
predisposti dall’Istituto Superiore di Sanità.
4. L’assistito cui
sia stata accertata da un presidio della Rete una malattia rara
inclusa nell’allegato 1 può chiedere il riconoscimento del diritto
all’esenzione all’azienda unità sanitaria locale di residenza,
allegando la certificazione rilasciata dal presidio stesso.
5. Al
momento del rilascio dell’attestato di esenzione l’azienda unità
sanitaria locale fornisce all’interessato l’informativa ai sensi
degli articoli 10 e 23 della legge 31 dicembre 1996 n. 675, e
successive modificazioni, e acquisisce il consenso scritto al
trattamento dei dati da parte di soggetti erogatori di prestazioni,
pubblici, convenzionati o accreditati dal Servizio sanitario
nazionale, con riguardo alla prescrizione ed erogazione delle
prestazioni sanitarie in regime di esenzione.
6. La raccolta e il
trattamento dei dati, consistente nelle operazioni di registrazione,
validazione, aggiornamento, rettificazione, integrazione ed eventuale
cancellazione, sono effettuati secondo la normativa vigente in
materia di protezione dei dati personali.
7. L’accesso ed il
trattamento dei dati sono consentiti agli operatori delle aziende
unità sanitarie locali appositamente autorizzati, nel rispetto delle
vigenti disposizioni in materia di tutela di dati personali e con
l’adozione delle misure di sicurezza di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 28 luglio 1999, n. 318, per il riconoscimento del
diritto all’esenzione ed il controllo delle esenzioni rilasciate, per
finalità amministrativo-contabili, per il controllo della relativa
spesa a carico del Servizio sanitario nazionale nonché della qualità
e appropriatezza dell’assistenza erogata.
8. I dati sanitari sono
conservati in archivi cartacei e informatizzati separatamente da ogni
altro dato personale e sono trattati con tecniche di cifratura o
codici identificativi che consentano di identificare gli interessati
solo in caso di necessità.
9. La comunicazione e la diffusione
dei dati di cui al presente articolo è effettuata nel rispetto di
quanto stabilito dall’art. 27 della legge 31 dicembre 1996 n. 675 e
successive modificazioni.
Art.6
Modalità
di erogazione delle prestazioni
1.
L’assistito riconosciuto esente ha diritto alle prestazioni di
assistenza sanitaria, prescritte con le modalità previste dalla
normativa vigente, incluse nei livelli essenziali di assistenza,
efficaci ed appropriate per il trattamento ed il monitoraggio della
malattia dalla quale è affetto e per la prevenzione degli ulteriori
aggravamenti.
2. Gli assistiti esenti dalla partecipazione al
costo ai sensi del presente regolamento e ai sensi del decreto
ministeriale 28 maggio 1999, n. 329, sono altresì esentati dalla
partecipazione al costo delle prestazioni necessarie per l’inclusione
nelle liste di attesa per trapianto.
3. Ferme restando le
competenze della Commissione unica del farmaco di cui all’articolo 7
del decreto legislativo 30 giugno 1993 n. 266 e successive
modificazioni, le regioni, sulla base del fabbisogno della propria
popolazione, predispongono modalità di acquisizione e di
distribuzione agli interessati dei farmaci specifici, anche mediante
la fornitura diretta da parte dei servizi farmaceutici pubblici.
Art.7
Modalità
di prescrizione delle prestazioni
1.
La prescrizione delle prestazioni sanitarie erogabili in regime di
esenzione dalla partecipazione al costo ai sensi del presente
regolamento, reca l’indicazione, unicamente in forma codificata ai
sensi dell’articolo 4, della malattia rara per la quale è
riconosciuto il diritto all’esenzione.
2. Fermi restando i limiti
di prescrivibilità previsti dalla vigente normativa, ciascuna
ricetta non può contestualmente recare la prescrizione di
prestazioni erogabili in regime di esenzione dalla partecipazione al
costo e di altre prestazioni.
3. La prescrizione delle prestazioni
erogabili in esenzione dalla partecipazione al costo è effettuata
secondo criteri di efficacia e di appropriatezza rispetto alle
condizioni cliniche individuali, con riferimento ai protocolli, ove
esistenti, definiti dai Centri di riferimento e in collaborazione con
i presidi della Rete.
Art.8
Aggiornamento
1. I contenuti del presente regolamento sono aggiornati, con cadenza almeno triennale, con riferimento all’evoluzione delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, ai dati epidemiologici relativi alle malattie rare e allo sviluppo dei percorsi diagnostici e terapeutici di cui all’articolo 1, comma 28, della legge 23 dicembre 1996 n. 662, e successive modificazioni e integrazioni.
Art.9
Norme
finali e transitorie
1.
A decorrere dall’entrata in vigore del presente regolamento i
soggetti riconosciuti esenti ai sensi del decreto
ministeriale 28 maggio 1999, n. 329,
affetti da: Sindrome di Budd-Chiari, Anemie ereditarie, Connettivite
mista, Immunodeficienze primarie, sindrome di Lennox-Gastaut,
Alterazioni congenite del metabolismo delle lipoproteine (escluso:
Ipercolesterolemia familiare eterozigote tipo IIa e IIb,
Ipercolesterolemia primitiva poligenica, Ipercolesterolemia familiare
combinata, Iperlipoproteinemia di tipo III), Difetti ereditari della
coagulazione, Corea di Huntington, Poliarterite nodosa, incluse
nell’allegato 1 al presente regolamento, hanno diritto all’esenzione
dalla partecipazione al costo per le prestazioni previste
dall’articolo 6 del presente regolamento.
2. L’allegato 1 al
decreto
ministeriale 28 maggio 1999, n. 329,
è modificato come riportato nell’allegato 2, che forma parte
integrante del presente regolamento.
3. A decorrere dall’entrata
in vigore del presente regolamento i soggetti già esenti ai sensi
del decreto ministeriale del 1 febbraio 1991, pubblicato sulla
Gazzetta
Ufficiale
del 7 febbraio 1991, e successive modifiche e integrazioni, per
Angioedema ereditario, Dermatomiosite, Pemfigo e pemfigoidi, Anemie
congenite, Fenilchetonuria ed errori congeniti del metabolismo,
Miopatie congenite, Malattia di Hansen, Sindrome di Turner,
Spasticità da cerebropatia e Retinite pigmentosa, hanno diritto
all’esenzione dalla partecipazione al costo per le prestazioni
previste dall’articolo 6 del presente regolamento.
4. Le aziende
unità sanitarie locali, in deroga a quanto previsto dall’articolo 5,
adeguano le attestazioni di esenzione relative alle malattie di cui
ai commi 1 e 3 a quanto previsto dal presente regolamento per le
malattie corrispondenti.
5. A decorrere dall’entrata in vigore del
presente regolamento cessano di avere efficacia le disposizioni di
cui agli articoli 1, 2, 3 e 4 del decreto ministeriale 1° febbraio
1991, pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale
del 7 febbraio 1991, e successive modifiche e integrazioni.
6. Le
aziende unità sanitarie locali provvedono a comunicare ai medici di
medicina generale ed ai pediatri di libera scelta i contenuti del
presente regolamento e le specifiche modalità di applicazione.
7.
Le disposizioni del presente regolamento saranno adeguate sulla base
della disciplina da emanarsi ai sensi dell’articolo 6 del decreto
legislativo 29 aprile 1998, n. 124, ove venga meno la sospensione
dell’efficacia fissata dall’articolo 84 della legge 23 dicembre 2000,
n. 388, nonché della disciplina da emanarsi ai sensi dell’articolo
23 della legge 31 dicembre 1996, n. 675, come modificata dal decreto
legislativo 30 luglio 1999, n. 282.
8. Il presente regolamento
entra in vigore a decorrere dalla data di pubblicazione nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
Il
presente regolamento, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito
nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
Italiana.
E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di
farlo osservare.